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lunedì 14 aprile 2014

Leggere e scrivere storie per bambini


Dopo essere stata alla fiera di Bologna poche settimane fa mi è venuta una forte passione anche per la scrittura di libri per l’infanzia oltre che per l’illustrazione.
In realtà ho sempre scritto, ma solo per diletto personale, mai pensando o studiando il mercato editoriale.
Dal mio ritorno dalla fiera ho già scritto quattro storie, non le ho ancora proposte a nessun editore, quindi non so se vanno bene per il mercato editoriale, ma ho voluto aprire questo post per esprimere alcune opinioni personali riguardo i testi dei libri illustrati, cioè quello che mi piace e quello che non mi piace e ciò che ricerco in un testo.
Uno dei migliori testi secondo me è “Bisognerà”, scritto da Thierry Lenain e illustrato da Olivier Tallec,
                                                              Bisognerà Lapis edizioni
è un libro che è uscito qualche anno fa per le edizioni “Lapis”, racconta di un bambino che dalla sua isola osserva i mali del mondo come la siccità e la carestia, la guerra, il colonialismo, e riflette su essi, un testo poetico e “impegnativo” che può essere una lezione anche per gli adulti e non solo per i bambini.
Poeticità e amore sono gli ingredienti principali che solitamente ricerco, prediligo i testi poetici, con questo non intendo poesie e filastrocche, ma prose poetiche, con un tocco di lirismo, ancora di più mi piacciono se alla fine hanno un sapore di leggenda, ad esempio due testi che sento molto affini sono due libri scritti e illustrati da André Neves: “Tra le nuvole” e “Obax”.
                                                    Tra le nuvole Il gioco di leggere edizioni
                                                             Obax, Bohem Press
Mi piacciono le storie che hanno come protagonisti gli animali, non amo particolarmente i libri dove gli animali sono umanizzati, cioè vestono vivono e si comportano come gli umani, anche se ci sono libri con animali umanizzati molto belli, come ad esempio “Una giornata di neve” di Komako Sakai, dove gli animali vivono in condomini come gli umani
                                                     Komako Sakai "Una giornata di neve"
 e indossano sciarpe e pastrani (ho avuto modo di leggerlo alla fiera di Bologna, lo conoscevo di fama ma non l’avevo mai sfogliato fisicamente).
                                               Komako Sakai "Una giornata di neve"

Un esempio di libro con animali “umani” ma non umanizzati, che vivono nel loro habitat è “Scappa Lampo!” scritto da Udo Weigelt, A. Stoppa e illustrato da S. Junakovic.
                                                           Scappa Lampo Bohem Press
Un altro libro bellissimo che ha come protagonisti animali “umani” è “dove batte il cuore” di Satoe Tonè edito da Kite edizioni, delicata storia che racconta l’avventura di una coppia di gatti presso uno stagno, che si conclude con la scoperta di un senso della vita.
                                                    Dove batte il cuore Kite edizioni
Nelle mie storie preferisco mettere gli animale nel loro habitat naturale, lasciarli allo stato brado, renderli umani e non umanizzati.
Anche nel caso di interazione con gli umani, preferisco mettere in primo piano gli animali come protagonisti della vicenda, almeno per adesso.
Anche se mi piacciono molto anche le storie che hanno come protagonisti uno o più bambini come i già citati “Obax” e “Tra le nuvole“, secondo me uno dei più bei libri per bambini, sia dal punto di vista del testo che da quello delle illustrazioni è “Il grande viaggio“, scritto da Anna Castagnoli e illustrato da Gabriel Pacheco.
                                                          Il Grande Viaggio oqo edizioni
Invece ciò che non mi piace in un testo è quando l’autore scrive con tono ammiccante, o quando addirittura si rivolge direttamente al bambino, qualche anno fa in biblioteca mi è capitato di leggere un libro in cui l’autore scriveva “bambino o bambina che stai leggendo questa storia”, trovo che sia un linguaggio kitch e superato.
Non mi piacciono quei testi che hanno un ritornello ripetitivo, cioè quando per più tavole viene ripetuta la stessa frase, può darsi che a livello pedagogico sia funzionale, questo non lo so, può darsi che ci siano bambini a cui piaccia, non dico che non siano per forza validi, esprimo solo una mia opinione personale e non una verità assoluta.
Non mi piacciono le storie che hanno per protagonisti oggetti inanimati, ad es. stoviglie, che prendono vita, non se ne vedono quasi più in giro, ma la scorsa settimana in libreria mi è capitato di vedere un libro che ha per protagonista un annaffiatoio con occhi, bocca e naso.
Quello che posso consigliare a chi vuole scrivere, secondo la mia (poca) esperienza personale, ma che spero possa essere comunque utile, è di non iniziare sperando di scrivere subito un capolavoro e mollare se non ci si riesce, io una sera mi sono messa a scrivere una storia, pretendendo di scrivere qualcosa di valido, è venuta fuori una schifezza, così la mattina dopo ho letto un po’ di testi e poi mi sono messa a scrivere un’altra storia, ne è venuta fuori una storia , che certo non è un capolavoro, magari è pure un po’ banale (non è detto che questo sia per forza un male, ho sentito gente sostenere che il pubblico ama la banalità, non so se è vero) ma almeno a livello personale mi ha soddisfatto, poi ne ho scritta un’altra il giorno dopo.
Poi un giorno mi sono messa a scrivere con l’idea di scrivere solo per esercitarmi, avevo letto da qualche parte che è importante esercitarsi quotidianamente, ero pronta a scrivere anche una schifezza, ne è venuta fuori una storia abbastanza buona, almeno secondo il mio parere, sicuramente più originale rispetto alle precedenti.
Quello che consiglio è di leggere tanto, (io almeno una volta a settimana vado in libreria o in biblioteca e passo un pomeriggio intero a leggere libri per bambini) non solo libri per bambini ma anche romanzi, soprattutto classici, e tutto ciò che possa allargare il vostro mondo interiore.
Non state lì ad aspettare che vi venga l’ispirazione, se non vi viene in mente proprio nulla uscite di casa, andate al parco, guardatevi intorno, osservate la realtà, ma soprattutto guardate dentro voi stessi.



martedì 8 aprile 2014

Come fare un disegno acrilico su acetato

Servono acrilici pennelli scotch, un foglio di acetato e un foglio di carta da schizzi della stessa misura dell'acetato
prima fate un disegno su un comune foglio da schizzi dello stesso formato del vostro acetato
dopodichè attaccate con lo scotch il disegno al vostro tavolo da lavoro
sovrapponete ad esso il foglio di acetato attaccandolo al tavolo con lo scotch
iniziate a colorare i personaggi partendo da sinistra verso destra ( se siete mancini fate il contrario)

finito di colorare i personaggi e tutte le varie cose che stanno in primo piano (come fili d'erba e fiorellini vari)
staccate il foglio di acetato dal tavolo, giratelo al contrario
e colorate lo sfonodo, facendo attenzione a colorare prima le parti che stanno davanti, esempio: se fate un cielo con delle nuvole fate prima le nuvole e poi il cielo) e tenete anche conto che l'immagine sarà poi ribaltata



ed ecco la tavola finita